venerdì 20 luglio 2012

Facciamo l'Europa?

   Allora, la facciamo? La facciamo malgrado Monti, la Merkel, Berlusconi, Sarkozy, Prodi, Tony Blair e via dicendo, questa banda di cialtroni che, malgrado gli sforzi congiunti di centinaia di milioni di persone non sono riusciti (bé, forse nel caso di Blair
non volevano riuscire)  a fare l'Europa. Sì, perché non servono certo menti superiori per capire che, se questa Europa deve decollare, per prima cosa serve che tutti, nessuno escluso, rinuncino ad un po' della loro autonomia a favore di un governo centrale. Non stiamo parlando di fantascienza, ma di tasse e previdenza sociale. Non mi sembra così strano che chi ha lavorato da una vita abbia diritto ad andarsene in pensione e non mi sembra così strano che la pensione debba garantire, se non una vita di agi, per lo meno una vita dignitosa, non ci sono differenze sostanziali, in questo, fra gli stati dell'unione. Non mi sembra nemmeno strano che esista una sanità pubblica e, anche in questo, non mi sembra che ci siano differenze sostanziali nell'ambito dell'UE, e lo stesso dicasi per la pubblica istruzione e per le tasse. Quello che cambia, da stato a stato, sono eventualmente le efficienze nei vari settori e la pressione fiscale. Creare un sistema fiscale centralizzato, un sistema di sanità centralizzato, un fondo pensionistico centralizzato e così via non porterebbe quindi danno ai cittadini di nessun paese, ma obbligherebbe semplicemente chi oggi gestisce malamente queste risorse e ci lucra sopra a perdere il proprio potere ed è proprio per questo, penso, che non si riuscirà mai a farlo.
   Una amministrazione pubblica centrale, che a questo punto controlli la BCE togliendola finalmente dal suo ruolo di cane sciolto, ed una borsa centralizzata, per impedire alla solita banda di rubagalline travestiti da uomini d'affari di approfittarsi delle debolezze del sistema, magari con regole che vietino le transazioni rapide per tenere fuori dalla porta quelli che giocano sulle microvariazioni, completerebbero l'opera. Una Europa finalmente unita in quello che serve, coalizzata per respingere gli attacchi di coloro che, dell'economia, hanno capito solo i numeri potrebbe, a questo punto, affrontare gli anni a venire come un esempio e non come una vittima.
   Ah no, dimenticavo, mancherebbe un'ultima cosa, la ciliegina sulla torta, un esercito centralizzato perché, come dicevano i latini, "si vis pacem, para bellum", ed una Europa che finalmente funzioni potrebbe dare fastidio a tanti e, con tanti piccoli eserciti divisi e non coordinati, sarebbe un boccone troppo facile da ingoiare. E poi, diciamocelo, anche tutti questi eserciti da operetta che manteniamo, non ci costano proprio pochissimo no? Meglio uno solo e col potere deterrente delle atomiche francesi, giusto per non diventare il bersaglio delle prossime scaramucce mondiali e per impedire a Stati Uniti e Cina di diventare i padroni del resto del mondo.
   Ecco quella che, secondo me, sarebbe la ricetta per una Europa solida e funzionante, non certo ammazzarci di tasse per pagare gli errori che, purtroppo, si continuano a fare ed una struttura che, si è ormai dimostrato, non funzionerà mai.
   E gli obbiettivi di un governo centralizzato, quali dovrebbero essere? Dove dovrebbe essere puntata la prua per non arenarsi nel pantano generalizzato? Diciamo subito che, per prima cosa, si dovrebbe lavorare sull'unità. Unità europea significa considerare l'Europa non come una scatola di nazioni, ma come una nazione monolitica che presenta, al suo interno, differenze regionali ma che, nel complesso, si muove come una cosa sola. L'Euro, del resto, è stato il primo passo in questo senso e, malgrado le difficoltà indubbie legate alla sua introduzione, ci ha fatto sentire per la prima volta "Europei". Quindi prima di tutto imparare ad essere Europei nell'anima, a non pensare a sé stessi come Italiani nel rapportarsi con gli altri ma solo a tavola, quando si parla di cibo (o magari quando si parla di donne). Raggiungere questo obbiettivo sarebbe già di per sé un grande successo ma non basterebbe, non basta essere virtuosi per riempire la pancia. Il secondo grande obbiettivo quindi sarebbe quello di rendersi indipendenti dalle importazioni per i bisogni primari. Essere indipendenti dalle importazioni significa, in poche parole, che non sono banche e multinazionali a governare i paesi ma i governi liberamente eletti, e a questo punto occorre parlare dell'SMI, dello SME, dell'ECU, dell'euro e del dollaro, e lo faremo nel prossimo post.

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